Orlando e la fame nel mondo

photo

Qualche giorno fa. All’ora di pranzo. Orlando ha chiesto la pasta e si è rifiutato di mangiarla. Ha preso uno yogurt e non lo ha nemmeno assaggiato. Ha aperto il frigo in cerca di qualcosa ma niente sembrava all’altezza del suo stomaco.

Come accade per tutte le cose, anche a fare il genitore si va un po’ per imitazione. E così non mi ero mai fermata a riflettere sul fatto che sia inutile propinare ai bambini moralistici discorsi su chi ha troppo e chi non ha niente. Semplicemente mi sembrava normale pensare che non si fa.

Poi quel giorno ho guardato la pasta raffreddata sul piatto, il vasetto di yogurt abbandonato sul tavolo e mi sono chiesta: perché no? Perché mio figlio deve pensare che sia normale? Normale chiedere qualcosa di cui non ha alcun bisogno. Rimandarla indietro senza ringraziare né apprezzare. Chiedere qualcos’altro solo per noia. Proprio così. Chiedere qualcosa solo per noia. Siamo sicuri che spiegarglielo non serva a niente?

È inutile. Tanto non capiscono. Serve solo a farli sentire in colpa. Non è colpa loro se c‘è la fame nel mondo. Non è così che si insegnano le cose.

In quel momento ho smesso di ascoltare la voce degli altri e ho rotto il patto di imitazione.

Ho guardato mio figlio negli occhi e gli ho detto: peccato per questa pasta. Un altro bambino se la sarebbe mangiata. Perché ci sono bambini che la vorrebbero ma non ce l’hanno. Bambini che se hanno fame non trovano niente da mangiare. Nemmeno al bar? No. Perché no? Perché dove vivono non ci sono bar e se ci sono, loro non hanno i soldi per comprare niente.

Non so se Orlando ha capito tutto. Forse non è stato in grado di immaginare la vita di un bambino che vive senza ciò di cui lui dispone. So però che continuerebbe a dare per scontate tante cose, se nessuno gli spiegasse che non lo sono affatto. Che averle è una fortuna che non è toccata a tutti.

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.